giovedì 22 settembre 2016

Neo Tokyo - 1987

Ieri, dopo diverso tempo ho aperto nuovamente questa pagina, rendendomi conto che non facevo un post da troppo.
Così ho pensato di rimediare visionando uno dei corti/film archiviati mesi fa, nelle mie playlist di YouTube.
Neo Tokyo è un' antologia di genere science fiction prodotta nel 1987, della durata di 50 minuti.
Il film è composto da tre segmenti, realizzati ciascuno da un differente autore.
Ogni parte racconta una storia sé stante per stile, disegno e colorazione.
I tre episodi sono rispettivamente:
1)  Labyrinth Labyrinthos diretto da Rintaro
2) The Running Man diretto da Yoshiaki Kawajiri
3) Construction Cancellation Order diretto da Katsuhiro Otomo
Il film si apre portando lo spettatore in un misterioso scenario simile ad una foresta, dominato dalla presenza di una grande porta in pietra.
Il portale ha sembianze grottesche e spaventose, ed appare identico ad una delle opere presenti all'interno del Parco dei Mostri a Bomarzo, provincia di Viterbo.
Sachi è una bimba dall'aspetto buffo e bizzarro, impegnata a giocare a nascondino con Cicerone, il suo gatto.
Cercandolo ovunque, lo trova dentro un orologio a pendolo.


L'orologio diviene un portale verso un mondo-labirinto dove mostri, assurdità, creature soprannaturali si susseguono in un vortice di inquadrature ricercate, cambi di scena, mutazioni improvvise dei personaggi.
Sachi è una specie di Alice nel paese delle meraviglie che corre attraverso tutto questo inseguendo le lusinghe di un clown, accompagnata dal fedele Cicerone.
Una scena mi ha ricordato molto le dinamiche dei film muti, quando il clown, riuscito finalmente nell'intento di condurre Sachi al suo circo la invita ad entrare, e quanto dice non è udibile a parole, ma compare in un pannello di testo.
Sachi entra nel circo, una luce la investe, e lo spettacolo inizia.
A questo punto, prende il via il secondo corto, ovvero The Running Man.
Il tema dominante, sono le corse automobilistiche.
Non si tratta però di normali competizioni, poiché tutto si svolge in un futuro dai toni cupi alla “Blade Runner”, dove i piloti gareggiano all'interno di potentissime auto a reattori.
La corsa è denominata “Death Race” poiché molti muoiono durante la competizione.
Zack Hugh è il campione indiscusso della Death Race da ben 10 anni.
Un reporter viene mandato ad intervistarlo, scoprendo come Zack sia in possesso di straordinari poteri telecinetici, dei quali si serve per fare fuori gli avversari.
Il suo corpo provato da anni di corse intensive, sta raggiungendo il limite.
Durante una corsa Zack come sempre vince, ma successivamente a ciò i suoi segnali vitali cessano.
“Life function terminated” recita lo schermo presente nei box, dove il team del pilota in preda all'incredulità, ne constata la morte.
Eppure, l'auto di Zack seguita a correre.
L'uomo, viene doppiato da un pilota fantasma.
Zack, non accettando l'affronto spinge la sua auto al massimo distruggendola e distruggendosi, in un crescendo di esplosioni, vetri che si infrangono, fiamme, e danni fisici.
Ormai ridotto ad una maschera di sangue e preda di un delirio folle, riesce finalmente a sorpassare il fantasma.


Il suo volto sfigurato, deformato, precede di poco l'esplosione dell'auto, che si muta in una mortale palla di fuoco.
Non è chiaro se il pilota sia morto, e se quanto accaduto dopo il segnale “Life function terminated” sia reale, oppure no. 
Forse si tratta di una gara tra entità spettrali, o magari il corpo dell'uomo ha ceduto liberando il potere telecinetico, sino a creare delirio ed autodistruzione.
In ogni caso amo la colorazione di questo episodio, e  la sua impronta horror-splatter tipicamente fine anni '80, inizio anni '90
Dopo una transizione con schermo nero, il terzo corto inizia distinguendosi dagli altri due per i colori chiari, caldi, lo stile morbido, e la storia in apparenza leggera e grottesca.
A seguito di una rivoluzione in un fittizio stato del Sudamerica, il nuovo governo decide di sospendere le opere di costruzione di un'immane struttura denominata 444
Un giovane impiegato (Tsutomu Sugioka) viene mandato sul posto, per assicurarsi che gli ordini vengano eseguiti presto, bene, e limitando al massimo le perdite di denaro e materiali.
Ad accogliere il ragazzo vi è un robot alquanto malmesso, identificato dal numero 444 – 1


La storia è semplice, e quasi comica per buona parte del corto.
Tsutomu proverà disperatamente a convincere 444 -1 a far cessare i lavori, ma questi fedele alla consegna e a routine fisse si rifiuterà categoricamente di obbedire, giungendo persino a tentare di uccidere l'uomo.
Nel frattempo, il cantiere diviene sempre più instabile. Ogni giorno decine di robot collassano a causa del troppo lavoro, la costruzione sembra andare indietro anziché avanti, in un marasma di incidenti, malfunzionamenti, e problemi di ogni tipo.
Alla fine Tsutomu, esasperato da quella situazione e dalla cocciutaggine insensata di 444 – 1 decide per una soluzione drastica, attaccando il robot.
Tenta di abbatterlo, con la speranza che questo basti a bloccare tutto.
Purtroppo non va secondo i piani dell'uomo, il quale si vede costretto a seguire il cavo di alimentazione di 444 -1, sino al cuore energetico dell'intera struttura.
Mentre si allontana, giunge un messaggio da parte dei suoi superiori: c'è stato un nuovo cambio al potere, il progetto deve essere ripreso.
Tsutomu non lo sente, è troppo impegnato a lottare contro il cuore vivo del cantiere.
A questo punto lo spettatore torna nel circo, ritrovando Sachi e Cicerone.
Lo spettacolo è finito. Sachi e il gatto partecipano ad una parata grottesca, che si conclude in un tripudio di fuochi artificiali.
L'ultima cosa che vediamo sono Sachi e Cicerone, seduti dinnanzi ad uno schermo televisivo: stanno guardando loro stessi.
Neo Tokyo è un film bizzarro, onirico, sorprendente.
Il livello qualitativo appare molto alto, le storie sono curate e graficamente interessanti.
Molto viene lasciato all'immaginazione, nulla sembra essere mai del tutto chiaro, ed in generale regna quell'atmosfera oscura, inquietante ed un po' malata, tipica delle produzioni di quegli anni.
Consigliatissimo, specie in una notte silenziosa e piovosa come quella in cui sto scrivendo.

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